PUBBLICITA'
L’attività pubblicitaria di Marcello Marchesi è stata frenetica e molto abbondante, lui stesso in una lista redatta a fini pensionasti ci dice di averne realizzati a migliaia.
E’ un vero peccato che ne sia rimasta solo una piccola parte nel materiale in nostro possesso. Nell’Italia del dopoguerra un autore importante come Marchesi che “vendeva il suo talento” realizzando campagne pubblicitarie non era certo ben visto e attirava verso di se critiche da parte dei suoi stessi colleghi. Mentre, negli stessi anni, in America si imponeva la figura del Copywriter nel nostro paese il Pubblicitario veniva considerato un autore “inferiore”. Marchesi, da sempre molto attento ed affascinato dalle novità provenienti da oltreoceano, ma completamente immerso nel tessuto intellettuale italiano, ha vissuto molto male questo contrasto e forse non ha amato (e di conseguenza conservato) il prodotto di quel lavoro (emblematica la sua battuta: La pubblicità è il commercio dell’anima)
Sicuramente il periodo più prolifico fu quello del carosello Rai (tra il 1957 e il 1977) che vide Marchesi impegnato nella realizzazione di innumerevoli campagne pubblicitarie per i prodotti più disparati.
Tra gli slogan più celebri ricordiamo “con quella bocca può dire ciò che vuole” per il dentifricio Clorodon con testimonial la splendida Virna Lisi,
“Il Brandy che crea un’atmosfera” per Vecchia Romangna con Gino Cervi; il doppio brodo Star con interprete Aldo Fabrizi
e il leggendario “Basta la parola” per Falqui con Tino Scotti come interprete.
L’attività nel mondo della pubblicità non si limitò alla scrittura delle scenette di carosello ma spaziò a 360° nella realizzazione di campagne pubblicitarie alcune delle quali avevano lo stesso Marchesi come testimonial, la Chatillon addirittura disegnò il suo logo sull’immagine stilizzata del volto di Marchesi (oltre a realizzare dei pupazzetti ad immagine e somiglianza del testimonial).
Pur Non potendo offrire, ad oggi, una ricostruzione esatta del l’opera di Marchesi nel campo pubblicitario abbiamo raccolto e vogliamo presentare di seguito alcune delle sue campagne giunte fino a noi, in attesa di completare l’opera di ricostruzione storica del primo copywriter italiano.